Programma Festival dei Popoli [30 novembre – 7 dicembre]

La 54a edizione Festival dei Popoli propone il meglio del cinema documentario internazionale. Il programma, oltre al concorso internazionale (che presenterà corti, medi e lungometraggi inediti in Italia) prevede la sezione Panorama, dedicata alla più recente produzione italiana, e una doppia retrospettiva dedicata a due tra i più significativi autori di cinema europei: Marcel e Pawel Łoziński, padre e figlio che, attraverso le loro opere, hanno raccontato oltre cinquanta anni di storia del loro paese, la Polonia. Inoltre: Fuori Concorso, Eventi Speciali, Workshop. Novità di questa edizione: lo spazio Industry, con presentazioni di progetti, pitching, rough cuts, incontri con autori, produttori e professionisti.

Biglietti:

Biglietto singolo (fino alle 21.00): 5€, ridotto 4€
Biglietto singolo serale (dalle 21.00): 7€, ridotto 5€
Biglietto giornaliero: 10€, ridotto 7€
Abbonamento: 50€, ridotto 35€
Riduzioni: tessera Mediateca Regionale Toscana, Carta socio Coop, Arci, Istituto Francese, Carta Giovani, Carta Argento, Libretto universitario.

Cinema Odeon
15:00
In viaggio con Cecilia
di Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini
Italia, 2013, 80’, v.o.ita sot.ing.
Estate 2012. Le due registe, on the road, ci raccontano com’è cambiata la Puglia, loro terra d’origine. La stessa estate un giudice ammette che Taranto è una città in ostaggio dell’inquinamento prodotto dall’acciaieria ILVA.

16:45
Mothers
di Xu Huijing, Cina, 2013, 68’, v.o. sot.ita. e ing.
L’ordinaria amministrazione delle procedure per la procreazione controllata in Cina e la repressione che burocrazia e statistiche esercitano sui corpi delle donne in età fertile.

18.15
Centoquaranta – La strage dimenticata
di Manfredi Lucibello, Italia, 2013, 73’, v.o.ita sot.ing.
Il 10 aprile 1991 il traghetto Moby Prince si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo, causando 140 vittime. Il film ripercorre la vicenda raccontando gli eventi e le drammatiche scoperte che si sono susseguite negli anni.

20:00
Anything Can Happen
di Marcel Łoziski, Polonia, 1995, 39’, v.o. sot. ita. e ing.
Un bambino corre in un parco, si ferma incantato davanti a un pavone, osserva entusiasta piante e fiori. Il piccolo si avvicina alle coppie, ai lettori assorti, a donne e uomini malinconicamente soli: ogni incontro è l’occasione di uno scambio alla pari, in cui si parla di argomenti disparati, 
della guerra, delle delusioni e della certezza di chi crede che qualsiasi cosa sia possibile.

21:30
We Steal Secrets: The Story of Wikileaks
di Alex Gibney, USA, 2013, 130’, v.o. sot. ita. – Interviene Stefania Maurizi
Girato con un’immediatezza sorprendente con i fatti in pieno svolgimento, il film è un avvincente racconto a più livelli sulla trasparenza nell’era dell’informazione e sulla nostra sempre più sfuggente ricerca della verità.

 

Cinema Odeon
15.00
Loli Kali Shuba
di Aleksandr Balagura, Ucraina, 2013, 52’, v.o. sot.ita. e ing.
In romanì Loli Kali Shuba è un cappotto rosso e nero, ma anche il modo con cui i bambini rom chiamano le coccinelle attraverso il ritornello di una filastrocca. Questo film è un atto d’amore nei confronti delle esistenze ai margini e della poesia delle cose semplici come la capacità di stupirsi per il volo di una coccinella.

16.30
Onder Vrouwen
di Kim Brand, Paesi Bassi, 2013, 51’, v.o. sot.ita. e ing.
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere… ad una donna zambiana.

18:00
Géographie Humaine
di Claire Simon, Francia, 2013, 101’, v.o. sot.ita. e ing.
Un saggio filmico sul raccontare storie, sulle migliaia di storie che ogni giorno e in ogni momento attraversano e si incrociano in una grande stazione come la Gare du Nord di Parigi.

21:00
Lettres à la Mer
di Renaud Perrin e Julien Telle, Francia/Spagna, 2013, 5’, v.o. sot.ita. e ing.
Un documentario d’animazione in stop-motion che usa con originalità uno dei materiali più comuni: l’acqua.
Hélio Oiticica 
di Cesar Oiticica Filho, Brasile, 2012, 94’, v.o. sot.ita. e ing.
Il film permette un’immersione unica nei pensieri, la traiettoria e l’intimità di Hélio Oiticica, uno dei più grandi artisti che il Brasile abbia mai prodotto. La narrazione arriva dalle parole dell’artista stesso che ci conduce attraverso uno dei periodi più fertili della cultura brasiliana.

Spazio Alfieri
17:30
The Visit
di Marcel Łoziński, Polonia, 1974, 16’, v.o. sot.ita. e ing.
Una giornalista e un fotoreporter s’inoltrano nei viottoli tra le fattorie, i campi e le stalle in cerca di una giovane allevatrice che vive da sola con la vecchia madre. M. Łozin’ski riflette sul suo lavoro di documentarista, di narratore, ma forse per la prima volta compie con questo cortometraggio un decadrage ideale, centrando l’obiettivo sui margini della rappresentazione ufficiale, sulla campagna, lasciando scivolare la città, il paese moderno fuori dall’inquadratura.
So It Doesn’t Hurt

di Marcel Łoziński, Polonia, 1998, 47’, v.o. sot.ita. e ing.
È il 1997 e sono passati più di vent’anni dalla prima visita di M. Łozinski a Urszula Fils, protagonista del precedente The Visit (Wizyta).Il regista – che ama aggiornare storie e immagini dei film precedenti – si interessa alla vita riservata di Urszula

 

19:00
Matriculation
di Marcel Łoziński, Polonia, 1978, 17’, v.o. sot.ita. e ing.
Quale punto di vista adottare per analizzare e raccontare il sistema scolastico polacco? M. Łozin’ski – nel passaggio tra anni ‘70 e ‘80 – sceglie di essere occhio impercettibile, mescolato ai giovani liceali che sostengono gli esami di maturità. Ci sono i commenti e i racconti tra un esame e l’altro, ci sono le confidenze sui progetti e sulle aspettative per il futuro e ci sono i colloqui con i professori, le domande “politico- istituzionali”, le risposte imbarazzate, divertite, incerte…
Seven Jews From My Class

di Marcel Łoziński, Polo- nia, 1992, 40’, v.o. sot.ita. e ing.
Il regista incontra sette compagni di classe che nel 1968 hanno dovuto lasciare la Polonia a causa della caccia alle streghe antisemita che caratterizzò quel periodo.

 

21:00
Dal profondo
di Valentina Pedicini, Italia, 2013, 72’, v.o. sot.ita. e ing.
150 uomini e 1 donna ogni giorno scendono a 500 metri sotto il livello del mare per estrarre carbone, fin quando decidono di non tornare più nel mondo dei vivi per restare dove si pensa vadano i morti. Valentina Pedicini traduce in immagini il tempo sospeso di una protesta portata sino all’estremo e svela l’intimità dei personaggi in un raffinato racconto sotterraneo fatto di quadri che attraggono arcaicità e modernità. Dal profondo, infine, ci giunge un compiuto e toccante discorso sull’interazione tra donna e uomo.

 

22:30
Let The Fire Burn
di Jason Osder, USA, 2013, 95’, v.o. sot. ita. – Interviene Paolo Bertella Farnetti
Nel 1972 John Africa fonda a Philadelphia il MOVE, un movimento per la liberazione dei neri d’America, che praticava uno stile di vita comunitario con un messaggio radicale di ritorno alla natura e rifiuto della tecnologia. Il 13 maggio 1985, la tensione tra la pubblica amministrazione di Philadelphia e il MOVE raggiunge il suo apice. Per ordine delle autorità locali, la polizia lancia esplosivi di tipo militare su un edificio occupato dal gruppo. Le telecamere registrano l’incendio che va intensificandosi e prende il sopravvento provocando la tragica morte di 11 persone (tra cui 5 bambini). Con il tempo si scoprirà che le autorità avevano deciso di “incoraggiare il fuoco a bruciare”.

Cinema Odeon
10:00
Géographie Humaine
di Claire Simon, Francia, 2013, 101’, v.o. sot.ita. e ing.
Un saggio filmico sul raccontare storie, sulle migliaia di storie che ogni giorno e in ogni momento attraversano e si incrociano in una grande stazione come la Gare du Nord di Parigi.

12:00
Loli Kali Shuba
di Aleksandr Balagura, Ucraina, 2013, 52’, v.o. sot.ita. e ing.
In romanì Loli Kali Shuba è un cappotto rosso e nero, ma anche il modo con cui i bambini rom chiamano le coccinelle attraverso il ritornello di una filastrocca. Questo film è un atto d’amore nei confronti delle esistenze ai margini e della poesia delle cose semplici come la capacità di stupirsi per il volo di una coccinella.

15.00
Onder Vrouwen
di Kim Brand, Paesi Bassi, 2013, 51’, v.o. sot.ita. e ing.
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere… ad una donna zambiana.

16:00
Yugoslavia – How Ideology Moved our Collective Body
di Marta Popivoda, Serbia/Germania/Francia, 2013, 62’, v.o. sot.ita. e ing.
Dai partigiani che, nel 1945, ricostruirono ai ragazzi che, nel 2000, incendiarono il palazzo parlamentare, il film colleziona curve emotive e movimenti sincopati del “corpo collettivo” al suono di canti patriottici e di chitarre elettroniche filogovernative.

17:30
Lewa Polowa Twarzy
di Marcin Bortkiewicz, Polonia, 2013, 12’, v.o sot.ita. e ing.
Il progetto fotografico che Leszek Krutulski sta conducendo prevede che una serie di soggetti posino nel suo studio fotografico in 2 sedute. La parte sinistra del volto verrà fotografata a 10 anni di distanza da quella destra.

18:00
‘A Iucata
di Michele Pennetta, Svizzera, 2013, 40’, v.o. sot.ita. e ing.
Concetto, detto “il farmacista” vuole vincere a tutti i costi la prossima corsa clandestina. Ha per le mani un cavallo formidabile. Le iniezioni si mescolano al sudore degli allenamenti e alle parole dure degli uomini di Concetto.

19:00
Sickfuckpeople
di Juri Rechinsky, Austria/Ucraina, 2013, 72’, v.o. sot.ita. e ing.
Si nascondono nelle cavità di Odessa. Si cercano addosso gli spazi vuoti in cui infilare l’ennesimo ago. Sono giovanissimi ed eroinomani e questo film li accosta e li ascolta.

21:00
Per Ulisse
di Giovanni Cioni, Italia/Francia, 2013, 92’, v.o.ita. sot.ing.
Come restituire la realtà di chi frequenta il Progetto Ponterosso, centro di socializzazione di Firenze aperto a varie categorie di marginalità? Il film si affida ad una narrazione fatta di scarti, interruzioni, pause e rivelazioni improvvise che illuminano la monotonia di giorni che sembrano infiniti.

Spazio Alfieri
15.00
The Microphone Test
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia/Francia, 1980, 19’, v.o. sott. it./eng. sub.
Prova microfono, parte la musica, iniziano le trasmissioni della radio della fabbrica di cosmetici Pollena-Uroda: da una parte il processo-dispositivo dell’inchiesta radiofonica, dall’altra la riunione inquisitoria che deve decidere se le otto ore di trasmissione realizzate possano o no essere messe in onda.
Witnesses
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 1987, 26’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il 4 luglio del 1946 a Kielce la folla trucida 42 ebrei. Quarant’anni dopo, nel 1987, M. Łozin’ski incontra alcuni testimoni della strage. Frammenti di un vasto quadro in cui l’antisemitismo appare tutt’altro che accidentale e imprevedibile.
Katyn‘ Forest
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 1990, 53’, v.o. sott. it.
Dopo l’invasione della Polonia da parte dell’Unione Sovietica nel1939, la polizia politica staliniana rinchiuse nei campi di prigionia d circa 15.000 persone. Nell’aprile 1943 nei boschi di Katyn, vicino a Smolensk, vennero scoperte le prime fosse comuni. Attraversiamo la foresta guidati dalla figlia di uno degli ufficiali polacchi uccisi.

17:00
By the River
di Nontawat Numbenchapol, 
Thailandia, 2013, 71’, v.o. sott. it./eng. sub.
Immersi nella tranquillità dei boschi, gli abitanti di Klity, a Kanchanaburi, Thailandia, conducono una vita semplice. Si sono sempre alimentati con il pesce del fiume del villaggio, ma da qualche tempo il fiume è stato contaminato. Un giovane uomo si tuffa ogni giorno a pescare per la sua amata, ma oggi è scomparso, mentre lei aspetta con ansia il suo ritorno

19:00
The Touch
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 1978, 13’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il tocco è quello di un guaritore che arriva in Polonia da lontano, che parla e capisce solo l’inglese, che è accolto all’aeroporto come una personalità, come una celebrità. . Nel cortile di un anonimo edificio già l’aspettano centinaia di persone in fila per essere sanate nel corso di una lunga giornata d’attesa e di speranza..
If It Happens
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 2007, 40’, v.o. sott. it./eng. sub.
Dodici anni dopo Anything Can Happen (Wszystko moz· e sie ̨ przytrafic‘ ), Tomek torna nello stesso parco, negli stessi luoghi percorsi a perdifiato quand’era bambino. Il film precedente s’inserisce in questo capitolo successivo come un lungo flashback, fino a quando, come per magia, tra il Tomek bambino e quello cresciuto inizia un dialogo.
Poste Restante
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 2008, 14’, v.o. sott. it./eng. sub.
Un cortometraggio in cui si trovano coniugati due tra i temi più rilevanti della sua produzione: l’osservazione e la scomposizione di un processo produttivo (in questo caso, il servizio postale) e l’apertura all’incanto e allo stupore tipici del racconto fiabesco. Quel che c’è in mezzo è la storia di una lettera, apparentemente uguale a tutte le altre, ma che è stata indirizzata a Dio.

21:00
EUO13 – l’ultima frontiera
di Alessio Genovese, 
Italia, 2013, 60’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il film testimonia per la prima volta ciò che accade all’interno dei Centri di Identi-ficazione ed Espulsione italiani (CIE) dove ogni anno migliaia di cittadini stranieri vengono trattenuti per non avere un regolare permesso di soggiorno

22:30
Tonia And Her Children
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 2011, 57’, v.o. sott. it./eng. sub.
Tre persone sedute intorno ad un tavolo su cui sono raccolti, in un mucchio disordinato, una quantità di lettere, foto e altri documenti. Wera e Marcel sono i figli di Tonja Lechtman, ebrea comunista arrestata nel 1949 con l’accusa di spionaggio. La terza persona è M. Łozin’ski, regista del film, ma anche testimone direttamente coinvolto nella vicenda.

Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori

15:00
Presentazione del libro “Per un cinema del reale” a cura di Daniele Dottorini (Ed. Universitaria Udinese)

16:00
Documentaristi anonimi, Cinemaitaliano.info e Festival dei Popoli presentano:
Verde elementare
di Giuseppe Carrieri. A
lla presenza dell’autore, Carlotta Marrucci (montatrice) e Nicola Baraglia (direttore della fotografia)
Lo Sri Lanka ha conosciuto fino a qualche anno fa una guerra civile atroce. Oltre all’ingente numero di vittime, una parte importante del manto forestale locale si è ridotto gravemente. Oggi è ancora molto difficile avere accesso a queste aree perché il governo allontana osservatori che vogliano raccontare il conflitto. La problematica della narrazione è scissa tra esigenze esplicative e mistero dell’evocazione. Ci si interrogherà su cosa resta della Storia, nelle storie, e nel filtro imperfetto dell’autore che le vaglia.

Cinema Odeon
10:00
Per Ulisse
di Giovanni Cioni, Italia/Francia, 2013, 92’, v.o.ita. sot.ing.
Come restituire la realtà di chi frequenta il Progetto Ponterosso, centro di socializzazione di Firenze aperto a varie categorie di marginalità? Il film si affida ad una narrazione fatta di scarti, interruzioni, pause e rivelazioni improvvise che illuminano la monotonia di giorni che sembrano infiniti.

12:00
Yugoslavia – How Ideology Moved our Collective Body
di Marta Popivoda, Serbia/Germania/Francia, 2013, 62’, v.o. sot.ita. e ing.
Dai partigiani che, nel 1945, ricostruirono ai ragazzi che, nel 2000, incendiarono il palazzo parlamentare, il film colleziona curve emotive e movimenti sincopati del “corpo collettivo” al suono di canti patriottici e di chitarre elettroniche filogovernative.

15:00
Sickfuckpeople
di Juri Rechinsky, Austria/Ucraina, 2013, 72’, v.o. sot.ita. e ing.
Si nascondono nelle cavità di Odessa. Si cercano addosso gli spazi vuoti in cui infilare l’ennesimo ago. Sono giovanissimi ed eroinomani e questo film li accosta e li ascolta.

16.15 
‘A Iucata
di Michele Pennetta, Svizzera, 2013, 40’, v.o. sot.ita. e ing.
Concetto, detto “il farmacista” vuole vincere a tutti i costi la prossima corsa clandestina. Ha per le mani un cavallo formidabile. Le iniezioni si mescolano al sudore degli allenamenti e alle parole dure degli uomini di Concetto.

17.00
Quand passe le train
di Jérémie Reichenbach, Francia, 2013, 30’, v.o. sot.ita e ing.
Un gruppo di donne lancia generi di conforto e di prima necessità ai migranti che, clandestinamente, abbandonano Honduras, Nicaragua, Guatemala, e passano la frontiera attaccati ai treni merce, spesso sul tetto dei vagoni. Sono donne che non rispettano la legge, perchè in Messico aiutare i clandestini è un crimine, e lo fanno nei confronti di persone che non conoscono, senza alcun tornaconto futuro, ottimizzando al meglio il loro senso di solidarietà.

18.00
Metamorphosen
di Sebastian Mez, Germania, 2013, 84’, v.o. sot.ita. e ing.
Nel 1957, in una zona remota della regione degli Urali meridionali (al tempo parte dell’URSS), un’esplosione nucleare contaminò un’area vastissima. Oggi, dopo altri incidenti e decenni di gestione irresponsabile degli impianti e delle scorie, la zona contaminata misura 20.000 Km2. Il film costruisce un ritratto della vita delle persone che, abbandonate a loro stesse, abitano ancora oggi lungo il fiume Tetcha, nel bel mezzo di un placido inferno radioattivo. Un esperimento cinematografico di grande rigore che si avvale di soluzioni visive originalissime per rendere visibile l’invisibile.

21.30
Etudes sur Paris
di André Sauvage, Francia, 1928, 80’
Con accompagnamento musicale dal vivo del Quatour Prima Vista.
Parigi, anni ‘20. Prendendoci per mano con la sua macchina da presa, André Sauvage ci fa conoscere la poesia di Parigi attraverso monumenti, insegne, pubblicità, vetrine di negozi, persone, dettagli di volti, corpi ed emozioni. Un poeta che, attraverso il suo sguardo visionario, ci fa dono del ritratto della sua città e della possibilità di saggiarne ed immaginarne il fermento negli anni folli che ne hanno suggellato la bellezza.

Spazio Alfieri
15:00
How it’s done
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 2006, 90’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il titolo suona come una domanda e una risposta allo stesso tempo sulle dinamiche che regolano il processo di selezione della classe dirigente. M. Łozin’ski mostra la coerenza ma anche l’evoluzione del suo metodo di lavoro, aggiornando un approccio nato per smascherare il sistema propagandistico nella Polonia Popolare.
a seguire: Incontro con Marcel Łozin’ski

18:30
89 mm from Europe
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 1993, 11’, v.o. sott. it./eng. sub.
In Europa i treni viaggiano su binari larghi 1.435 mm; in tutto il territorio della Ex Unione Sovietica invece i binari ferroviari sono larghi 1.524mm. 89mm di differenza: la separazione tra due continenti diventa una questione materiale, tecnica.
Father and Son on a Journey
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 2013, 75’, v.o. sott. it./eng. sub.
Pawel propone al padre Marcel di fare un viaggio insieme, un viaggio che diventerà un film. Il film girato a quattro mani è diventato una coppia di film simili che mettono a frutto la grande esperienza umana e cinematografica dei registi.

21:00
Ciò che mi nutre mi distrugge
di Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti, 
Italia, 2013, 66’, v.o. eng. sub.
Il film è un toccante album che raccoglie, da una distanza inusuale, i volti, le forme, i gesti e le parole di quattro donne colpite, ferite, sedute di fronte a uno psicoterapeuta disposto a combattere e vincere con loro la bulimia, la malattia dell’odio verso di sé.

Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori

15:00
Presentazione del libro “Recycled Cinema-Immagini perdute Visioni ritrovate” di Marco Bertozzi (Marsilio)

16:00
Documentaristi Anonimi, Cinemaitaliano.info e Festival dei Popoli presentano:
The Loudest Place on Earth
di Alessandro Baltera. Alla presenza dell’autore e Giorgio Gristina (Suono e Musiche). 
Seguiremo le tracce di una ragazza in attesa della chiamata di leva, da Tel Aviv fino al deserto del Negev. Lo scenario è quello dei rave. Celebrazioni laiche e postmoderne ma coi propri riti e sacerdoti, coi propri totem e tabù, sintesi simbolica del nichilismo e il desiderio di fuga contemporanei. Come osservare un romanzo di formazione psichedelico, sui modi temporanei in cui una ragazza ha risolto temi eterni come il piacere, la disperazione, la conquista dello spazio e la sospensione del tempo.


Cinema Odeon
12.00
Metamorphosen
di Sebastian Mez, Germania, 2013, 84’, v.o. sot.ita. e ing.
Nel 1957, in una zona remota della regione degli Urali meridionali (al tempo parte dell’URSS), un’esplosione nucleare contaminò un’area vastissima. Oggi, dopo altri incidenti e decenni di gestione irresponsabile degli impianti e delle scorie, la zona contaminata misura 20.000 Km2. Il film costruisce un ritratto della vita delle persone che, abbandonate a loro stesse, abitano ancora oggi lungo il fiume Tetcha, nel bel mezzo di un placido inferno radioattivo. Un esperimento cinematografico di grande rigore che si avvale di soluzioni visive originalissime per rendere visibile l’invisibile.

15:00
Quand passe le train
di Jérémie Reichenbach, Francia, 2013, 30’, v.o. sot.ita e ing.
Un gruppo di donne lancia generi di conforto e di prima necessità ai migranti che, clandestinamente, abbandonano Honduras, Nicaragua, Guatemala, e passano la frontiera attaccati ai treni merce, spesso sul tetto dei vagoni. Sono donne che non rispettano la legge, perchè in Messico aiutare i clandestini è un crimine, e lo fanno nei confronti di persone che non conoscono, senza alcun tornaconto futuro, ottimizzando al meglio il loro senso di solidarietà.
Lewa Polowa Twarzy
di Marcin Bortkiewicz, Polonia, 2013, 12’, v.o sot.ita. e ing.
Il progetto fotografico che Leszek Krutulski sta conducendo prevede che una serie di soggetti posino nel suo studio fotografico in 2 sedute. La parte sinistra del volto verrà fotografata a 10 anni di distanza da quella destra.
Lettres à la Mer
di Renaud Perrin e Julien Telle, Francia/Spagna, 2013, 5’, v.o. sot.ita. e ing.
Un documentario d’animazione in stop-motion che usa con originalità uno dei materiali più comuni: l’acqua.

16.00
La Parka
di Gabriel Serra, Messico, 2013, 29’, v.o. sot.ita. e ing.
Dettagli di macchinari metallici, gabbie, meccanismi. Un movimento che si ripete, freddo e secco. Corpi di animali che si susseguono, si alternano, anch’essi visibili solo per alcuni dettagli: un dorso, una coda; la rappresentazione di un mattatoio, ma anche di una coscienza, quella di un uomo che da anni vi lavora. Parole e immagini diventano un flusso di pensieri sulla vita e la morte, sulle aspirazioni, le delusioni, i traumi, i sogni.

17.00
Sto Pharmakeio
di Myrna Tsapa, Grecia, 2013, 41’, v.o. sot.ita. e ing.
La minuziosa quotidianità in una farmacia di Atene, raccontata dal 2010 al 2012, durante la crisi che attanaglia la società greca. Dai dialoghi tra il proprietario, l’impiegato e i pochi clienti, intuiamo l’acuirsi del dramma che avviene all’esterno, e che si ripercuote in modo sempre più tangibile sulle vite comuni. Senza mai uscire dal piccolo locale della farmacia, il film riesce a catturare un’atmosfera e una condizione comuni nella Grecia di oggi.

18.00
Alba de un recuerdo
di Camila Rodríguez Triana, Colombia, 2013, 15’, v.o. sot.ita. e ing.
Alba ha 75 anni, vive in solitudine nel tempo presente ma vive in compagnia di sua figlia Alai nel tempo della memoria, che non l’abbandona. Oggetti quotidiani, disegni di bambini, vecchi giocattoli accompagnano Alba in un continuo viaggio tra il presente ed un passato ancora vivo.

18.30
Costa da Morte
di Lois Patiño, Spagna, 2013, 81’, v.o. sot. ita. e ing.
Costa da morte è una regione della Galizia, in Spagna, considerata ai tempi dell’Impero romano il luogo dove il mondo aveva fine. È uno spazio in cui la terra, il cielo, la roccia dominano il paesaggio. Il territorio e i suoi abitanti sembrano immersi in una sorta di eternità dove la vita è inscindibilmente legata al luogo. Come filmare questo ambiente e i suoi abitanti? Come filmare questa vita? Il film lavora su questi interrogativi, costruendo, inquadratura dopo inquadratura, un ritratto in movimento di corpi e territorio riuscendo a costruire splendidi quadri animati, brulicanti di vita e di tempo.

21.00
Ödland – Damit keiner das so mitbemerkt
di Anne Kodura, Germania, 2013, 79’, v.o. sot.ita. e ing.
Nell’estrema periferia di una città tedesca, tra pecore di passaggio e una vecchia base militare sovietica trasformata in alloggi, dove gli autobus arrivano soltanto tre volte al giorno, Aya, Momo e Mustafa, tre bambini di famiglie rifugiate in Germania, trascorrono la loro estate. Tra libertà e costrizione, tra desideri di un futuro migliore e l’incertezza del presente, tra i giochi tra amici e la minaccia di essere rimpatriati in qualsiasi momento, questi bambini non possono fare altro che vivere in un tempo e in un mondo sospeso.

22.30
Elvis Costello: Mystery Dance
di Mark Kidel, Gran Bretagna/Francia, 2013, 90’, v.o sot.ita.
Elvis Costello è uno dei geni indiscussi del mondo del rock. Il film lo ritrae in giro per Liverpool, Londra, New York, mentre ripercorre i luoghi che hanno segnato la sua vita e la sua formazione musicale. L’artista svela la sua sensibilità e il proprio percorso musicale: la band degli esordi, le collaborazioni con Paul McCartney, Burt Bacharach e Allen Toussaint, le immagini dei videoclip che hanno segnato la storia della (video) musica.


Spazio Alfieri
15:00
Happy End
di Marcel Łozin’ski, Pawel Kedzierski, 
Polonia, 1972, 16’, v.o. sott. it./eng. sub.
M. Łozin’ski sfrutta il dispositivo dello psicodramma per tessere una critica fine e profonda alla dittatura della burocrazia e a un sistema – la Polonia Popolare – che fa della rappresentazione uno strumento di supremazia e controllo.
Front Collision
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 1975, 11’, v.o. sott. it./eng. sub.
Marian Cudny è un ferroviere in pensione. La sua carriera è stata impeccabile, piena di encomi e riconoscimenti. Fino a quando, sei mesi prima del ritiro definitivo, l’uomo si è reso responsabile di un incidente ferroviario, vedendosi così negato il diritto alla festa ufficiale di fine carriera.
Practice Exercises
di Marcel Łozin’ski, Polonia, 1984, 12’, v.o. sott. it./eng. sub.
Una troupe di giovani cineasti esce per le strade di Varsavia e realizza una serie d’interviste. Il film le mostra come sono state realmente realizzate. Un po’ saggio didattico, un po’ esperimento punk, un po’ bozzetto umoristico il film s’inquadra nella delicata, concitata decade degli anni ‘80 in Polonia.
My Place
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 1985, 14’, v.o. sott. it./eng. sub.
L’obiettivo segue gli impiegati di un grande albergo di cui smonta, pezzo dopo pezzo, il grande ingranaggio produttivo: : in questo piccolo cosmo ordinato tutti dimostrano una quasi inevitabile appartenenza. Tutti legati alla stessa, unica, condizione prima dell’esistenza: il lavoro
16:30
SŁawomir Mrozek Presents
di Pawel Łozin’ski, Polonia, 1997, 48’, v.o. sott. it./eng. sub.
Un importante e controverso scrittore, drammaturgo e caricaturista polacco si è ri-fugiato da alcuni anni in Messico per sfuggire alla famiglia, allo stato, al successo e in definitiva a se stesso: sarà l’occasione per realizzare un ritratto psicologico che è anche una testimonianza di un intellettuale che ha attraversato i principali cambiamenti della Polonia negli ultimi 30 anni..
Between the Doors
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia, 2004, 25’, v.o. sott. it./eng. sub.
Episodio del progetto collettivo Across the Border (Uber die Grenze), questo film approda in quella terra di mezzo al confine tra Germania e Polonia, teatro di conflitti e contese. In un paesaggio di grande suggestione e poesia, questa memoria riaffiora con le testimonianze che i protagonisti affidano al cineasta.
Structure
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia, 1989, 6’, v.o. sott. it./eng. sub.
I protagonista del film è un uomo dedito alla cura e al mantenimento della “struttura”. Ovvero del penitenziario che dirige, ma anche del sistema di potere in cui si inserisce e quello di pensiero e di valori su cui si regge. È un uomo che si preoccupa di mantenere l’ordine e le convenzioni, valore supremo per la coesione sociale.

 

18:30
Abu Haraz
di Maciej J. Drygas, 
Polonia, 2013, 74’, v.o. sott. it./ eng. sub.
Abu Haraz è un piccolo villaggio sulle rive del Nilo, nel nord del Sudan. Le inondazioni del fiume e le stagioni dell’anno segnano il ritmo della vita della sua comunità. Il villaggio appare povero da un punto di vista materiale, ma è ricco di vita e colori, risate e calore familiare

 

20:30
Aishiteru My Love
di Stefano Cattini, 
Italia, 2013, 75’, v.o. eng. sub.
La messa in scena di uno spettacolo teatrale di fine anno scolastico è il motore che innesca le dinamiche di un gruppo di studenti di un istituto professionale: un racconto intenso e delicato che supera il linguaggio esplicito trovando forma in una tessitura più profonda e autentica della realtà

 

22:15
A Hundred Years of Cinema
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia, 1995, 62’, v.o. sott. it. / eng. sub
Cento anni di storia del cinema polacco dal punto di vista di coloro che l’hanno vissuto da spettatori. Un ideale diario del cuore in forma cinematografica che porta a raccontare non tanto la storia ufficiale e delle celebrità ma una storia partecipata, tanto nei ricordi quanto nelle emozioni

Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori 

15:00
Presentazione dei documentari in dvd di Cinemaitaliano.info
Presentazione del “Quaderno del Cinemareale” a cura di Documentaristi Anonimi

Istituto Francese
17:30
La Traversée du Grépon
di André Sauvage, Francia, 1923, 7’, s.d.
André Sauvage e i suoi compagni decidono di scalare il Grépon, la più celebre delle Aiguilles de Chamonix, sulle Alpi. Accompagnato dalla propria camera, Sauvage documenterà l’ardua impresa ed una forte passione per la montagna. “La percezione più profonda delle montagne comincia laddove si ferma l’intelligenza” (A. Sauvage)
Edouard Goerg à Cély
di André Sauvage, Francia, 1928, 15’, s.d.
Nel corso di una visita della famiglia Sauvage al pittore e scultore Edouard Goerg (1893-1969), André Sauvage realizza questo cortometraggio di finzione che non ha mai trovato diffusione. Con pungente ironia, il film vede Edouard Goerg nei panni di un esuberante misogino e Sauvage nel ruolo del cugino.
Test sonori di André Sauvage per “Pivoine Déménage”
Francia, 1929, 1’, s.d.
Di fronte alla camera, a trenta centimetri dal microfono, André Sauvage legge un testo relativo al nuovo regolamento sui passaggi pedonali a Parigi.
Pivoine Déménage
di André Sauvage, Francia, 1929,17’, s.d.
Pivoine è un clochard di 55 anni che vive sul lungofiume vicino Notre-Dame. Macaroni e Georgette sono i suoi compagni di sventura. Non potendo più sopportare gli insulti dei passanti e i lanci di pietre dei bambini, Pivoine decide di traslocare. Il personaggio di Pivoine è interpretato da Michel Simon (in uno sei suoi primissimi ruoli), quello di Macaroni (il giovane parrucchiere dei clochard) da René Lefebre e quello di Georgette (regina dei clochards) da Line Noro.
Jeux des Reflets et de la Vitesse
di Henri Chomette, Francia, 1926, 6‘, s.d.
Da giochi di luce e forme geometriche, si procede a forte velocità attraverso un tunnel che conduce improvvisamente ai binari di una metropolitana che, alla luce del giorno e continuando a viaggiare con rapidità, percorre Parigi, le sue gallerie, le sue stazioni. Attraverso questo saggio di ispirazione surrealista, la città si rivela in una sinfonia dinamica che moltiplica gli effetti dei riflessi, dei ritmi e, con essi, le possibilità dell’occhio umano.

18:30
Le Sommeil de la Foule
di Cyprien Leduc, Antoine Janot, Francia, 2013, 73’, v.o. sot. ing.
Le Sommeil de la foule
è una sinfonia urbana dei nostri tempi, un viaggio attraverso l’anima del sottosuolo parigino, i suoi giochi di luci e le sue dissolvenze, il flusso di corpi che lo animano. La metropolitana di Parigi si svela nei suoi corridoi nascosti che formano un crocevia di spazi, persone, vite, suoni e luci, e diventa un sogno. Un sogno fatto di dettagli di corpi, oggetti, riflessi, spazi, e colori che si mescolano nell’armonico ritmo di questo labirinto artificiale.

Cinema Odeon
10.00
Costa da Morte
di Lois Patiño, Spagna, 2013, 81’, v.o. sot. ita. e ing.
Costa da morte è una regione della Galizia, in Spagna, considerata ai tempi dell’Impero romano il luogo dove il mondo aveva fine. È uno spazio in cui la terra, il cielo, la roccia dominano il paesaggio. Il territorio e i suoi abitanti sembrano immersi in una sorta di eternità dove la vita è inscindibilmente legata al luogo. Come filmare questo ambiente e i suoi abitanti? Come filmare questa vita? Il film lavora su questi interrogativi, costruendo, inquadratura dopo inquadratura, un ritratto in movimento di corpi e territorio riuscendo a costruire splendidi quadri animati, brulicanti di vita e di tempo.
La Parka
di Gabriel Serra, Messico, 2013, 29’, v.o. sot.ita. e ing.
Dettagli di macchinari metallici, gabbie, meccanismi. Un movimento che si ripete, freddo e secco. Corpi di animali che si susseguono, si alternano, anch’essi visibili solo per alcuni dettagli: un dorso, una coda; la rappresentazione di un mattatoio, ma anche di una coscienza, quella di un uomo che da anni vi lavora. Parole e immagini diventano un flusso di pensieri sulla vita e la morte, sulle aspirazioni, le delusioni, i traumi, i sogni.
Alba de un recuerdo
di Camila Rodríguez Triana, Colombia, 2013, 15’, v.o. sot.ita. e ing.
Alba ha 75 anni, vive in solitudine nel tempo presente ma vive in compagnia di sua figlia Alai nel tempo della memoria, che non l’abbandona. Oggetti quotidiani, disegni di bambini, vecchi giocattoli accompagnano Alba in un continuo viaggio tra il presente ed un passato ancora vivo.
Sto Pharmakeio
di Myrna Tsapa, Grecia, 2013, 41’, v.o. sot.ita. e ing.
La minuziosa quotidianità in una farmacia di Atene, raccontata dal 2010 al 2012, durante la crisi che attanaglia la società greca. Dai dialoghi tra il proprietario, l’impiegato e i pochi clienti, intuiamo l’acuirsi del dramma che avviene all’esterno, e che si ripercuote in modo sempre più tangibile sulle vite comuni. Senza mai uscire dal piccolo locale della farmacia, il film riesce a catturare un’atmosfera e una condizione comuni nella Grecia di oggi.

15:00
Ödland – Damit keiner das so mitbemerkt
di Anne Kodura, Germania, 2013, 79’, v.o. sot.ita. e ing.
Nell’estrema periferia di una città tedesca, tra pecore di passaggio e una vecchia base militare sovietica trasformata in alloggi, dove gli autobus arrivano soltanto tre volte al giorno, Aya, Momo e Mustafa, tre bambini di famiglie rifugiate in Germania, trascorrono la loro estate. Tra libertà e costrizione, tra desideri di un futuro migliore e l’incertezza del presente, tra i giochi tra amici e la minaccia di essere rimpatriati in qualsiasi momento, questi bambini non possono fare altro che vivere in un tempo e in un mondo sospeso.

16.30
Hamdan
di Martín Solá, Argentina/ Nuova Caledonia/Palestina, 2013, 75’, v.o. sot.ita
Hamdan è un militante palestinese che è stato rinchiuso 
in prigione per 15 anni. La sua storia rivive attraverso le sue parole pacate ma evocative. Un film che vuole indagare la memoria di un vissuto che rimane impresso nei luoghi, nelle voci, nei volti.

18.15
Wip – Work in Progress
di Simona Risi, Italia, 2013, 50’, v.o. sot.ita e ing.
A Trapani, un gruppo di operai del cantiere navale dopo il licenziamento occupa la petroliera Marettimo per sei mesi. A Latina, un gruppo di operaie per lo stesso motivo si rinchiude in fabbrica per un anno. Due storie parallele sulla crisi del lavoro, ritratte nella stessa fase.

19.30
Buenos Dias Resistencia
di Adrián Orr, Spagna, 2013, 20’, v.o. sot.ita. e ing.
Alle prime luci dell’alba David ha il difficile compito di mettere in piedi il suo ‘team’: tre bambini che devono andare a scuola. Ogni giorno una battaglia, un’avventura, un imprevisto. Ogni giorno da resistere.

21.00
Notícias da Rainha
di Ana Johann, Brasile, 2013, 19’, v.o. sot.ita. e ing.
In un originale connubio fra documentario autobiografico e performance teatrale, le no- tizie della regina si dipanano sulle tavole di un palcoscenico ridotto all’essenziale, popolato da oggetti tanto antiquati quanto evocativi. La storia di Lucia Cecília Kubis, Regina della radio brasiliana.
Chimeras
di Mika Mattila, Finlandia/Cina, 2013, 89’, v.o. sot.ita. e ing.
Due artisti cinesi, due identità in crisi a confronto: il gigante dell’arte contemporanea cinese Wang Guangyi – considerato l’”Andy Wharol in Cina” – e il giovane e promettente Gang Liu.

Spazio Alfieri
15:00
The King
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 1974, 7’, v.o. sott. it./eng. sub.
Silenzio. Una voce inizia a raccontare la storia di una vita. L’inquadratura resta fissa sul volto che forse è dell’uomo al quale appartiene la voce. M. Łozin’ski riduce al minimo la varietà dei materiali e sperimenta lavorando sugli elementi primi dell’articolazione estetica del film.
How to live
di Marcel Łozin’ski, 
Polonia, 1977, 82’, v.o. sott. it./eng. sub.
In un campo estivo organizzato dal Sindacato Socialista Polacco della Gioventù (ZSMP) un comitato popolare viene incaricato di osservare e valutare i partecipanti per poter così attribuire punti e penalità in vista del premio finale, da assegnarsi a quella che sarà riconosciuta “la famiglia modello”

 

17:00
Birthplace
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia, 1992, 47’, v.o. sott. it./eng. sub.
Lo scrittore Henryk Grynberg ritorna dagli USA nel villaggio dove lui e la sua famiglia si rifugiarono durante l’occupazione nazista e dove suo padre fu ucciso. Il film è un viaggio-inchiesta avvincente, implacabile e pieno di umanità tra le colpe collettive della Polonia ai tempi dell’olocausto
My Nature Index in the Lezno Village
di Pawel Łozin’ski, Polonia, 2002, 24’, v.o. sott. it./eng. sub.
A Leszno Małe, un piccolo villaggio del nord della Polonia, arrivano gli addetti al censimento per distribuire i moduli da compilare. P. Łozin’ski li accompagna con una videocamera: un film per la televisione che è un ritratto di un mondo contadino in difficoltà ma ancora orgoglioso e indomito..

 

 18:30
Lisola
di Matteo Parisini, Italia, 2013, 85’, v.o. eng. sub.
Negli anni Settanta un gruppo di quaranta ragazzi fonda una comune denominata “Lisola”, rimasta attiva per più di vent’anni. Ne scaturisce un’esperienza esistenziale intensa e rivelatrice per un’intera generazione.

 

20:45
Mon pére, la révolution et moi
di Ufuk Emiroglu, 
Svizzera/Turchia, 2013, 80’, v.o. sott. it./eng. sub.
Ufuk è la figlia di una coppia turca che negli anni ‘70 ha militato nel partito comunista. Dopo essere emigrati in Svizzera, l’armonia della famiglia si sgretola. La regista affronta una crisi che la porta a intraprendere un lungo viaggio alla ricerca della propria identità.

 

22:30
Min stulna revolution
di Nahid Persson Sarvestani, 
Svezia, 2013, 75’, v.o. sott. it./eng. Sub
Le recenti proteste in Iran risvegliano i ricordi della regista, di quando da giovane attivista fuggì dal paese dopo la rivoluzione del 1979̀: il film è la ricerca delle sue compagne di lotta e del fratello Rostam, che fu poi giustiziato dal regime.
Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori

Istituto Francese
17:30
Souvenirs de Paris ou Paris Express
di Pierre Prévert, Marcel Duhamel Francia, 1928, 39’, s.d
Passeggiando tra le vie di Parigi, le immagini del film catturano lo spirito de les années folles immortalando la bellezza delle donne parigine. Al volante o in carrozza, a passeggio o su un taxi, sedute nella terrazza di un bar o camminando a passo svelto nei boulevards, bionde o brune, le parigine dei fratelli Prévert e di Duhamel sono la vera anima della ville lumière.
Les nuits électriques
di Eugène Deslaw Francia, 1930, 9’, s.d.
Sullo sfondo di un cielo notturno, Deslaw fissa sulla pellicola le luci di Parigi, Berlino, Praga e Londra in una sinfonia fatta di grafica ed illuminazione dallo spiccato spirito futurista. Con giochi di luci “in negativo”, forme, riflessi, linee geometriche e sovrimpressioni, la notte viene spogliata di qualsiasi espediente narrativo e raccontata nell’immediata fascinazione dell’effetto visivo. Le luci sfavillano, si invertono, si sovrappongono e danzano, inneggiando alla modernità e al dinamismo di una città in festa.

18:30
Rien que les heures
di Alberto Cavalcanti Francia, 1926, 58’, s.d.
Parigi nell’arco di una giornata: in uno dei primi esempi di “sinfonia urbana”, Cavalcanti esplora la città e le sue diverse sfaccettature, dai quartieri popolari ai bassifondi, dal risveglio alle sue attività quotidiane fino alla notte fonda del nuovo giorno. In una profonda relazione tra spazio urbano, tempo e movimento della vita cittadina, quest’opera avanguardistica, a metà strada tra realtà e finzione, rivela una coscienza sociale nel contrasto tra ricchi e poveri nella Parigi degli anni ‘20.
Bois d’Arcy
di Mehdi Benallal Francia, 2013, 24’, v.o. eng. sub.
Bois d’Arcy, “un piccolo comune con una piccola borghesia” a pochi chilometri da Parigi, in cui Mehdi Benallal ritorna per affrontare il proprio passato e ripercorrere i luoghi della propria infanzia attraverso i ricordi che l’hanno segnata. Le reminiscenze di un razzismo ordinario, delle insolenze tra bam- bini per imitazione degli adulti, del sospetto verso una famiglia di immigrati non poveri colmano l’apparente piatta quotidianità di questa cittadina della banlieu parigina.


Cinema Odeon
10.00
Hamdan
di Martín Solá, Argentina/ Nuova Caledonia/Palestina, 2013, 75’, v.o. sot.ita
Hamdan è un militante palestinese che è stato rinchiuso in prigione per 15 anni. La sua storia rivive attraverso le sue parole pacate ma evocative. Un film che vuole indagare la memoria di un vissuto che rimane impresso nei luoghi, nelle voci, nei volti.

11.30
Wip – Work in Progress
di Simona Risi, Italia, 2013, 50’, v.o. sot.ita e ing.
A Trapani, un gruppo di operai del cantiere navale dopo il licenziamento occupa la petroliera Marettimo per sei mesi. A Latina, un gruppo di operaie per lo stesso motivo si rinchiude in fabbrica per un anno. Due storie parallele sulla crisi del lavoro, ritratte nella stessa fase.

15.00
Buenos Dias Resistencia
di Adrián Orr, Spagna, 2013, 20’, v.o. sot.ita. e ing.
Alle prime luci dell’alba David ha il difficile compito di mettere in piedi il suo ‘team’: tre bambini che devono andare a scuola. Ogni giorno una battaglia, un’avventura, un imprevisto. Ogni giorno da resistere.
Notícias da Rainha
di Ana Johann, Brasile, 2013, 19’, v.o. sot.ita. e ing.
In un originale connubio fra documentario autobiografico e performance teatrale, le no- tizie della regina si dipanano sulle tavole di un palcoscenico ridotto all’essenziale, popolato da oggetti tanto antiquati quanto evocativi. La storia di Lucia Cecília Kubis, Regina della radio brasiliana.

16.00
Night Labor
di David Redmon e Ashley Sabin, USA, 2013, 62’, v.o. sot.ita.
Sherman vive in un luogo apparentemente deserto: esegue con calma e precisione rituale gesti che sembrano essere la sua routine di eremita: di giorno la raccolta di molluschi, di notte il lavoro in una industria ittica dove si muove in assoluta solitudine.

17.30
Yumen
di J.P. Sniadecki, Xiang Huang e Xu Ruotao, Cina/USA, 2013, 65’, v.o. sot. ita. e ing
Yumen è una città industriale abbandonata nel nord- ovest della Cina dove si aggirano dei personaggi che la esplorano, che improvvisano delle performance tentando di ricostruirne la memoria.

19.00
Une feuille dans le vent
di Jean-Marie Teno, Francia/ Camerun/Gabon, 2013, 55’, v.o. sot.ta. e ing.
Nel 2004 J-M. Teno conosce Ernestine, figlia di Ernest Ouandie, eroe della lotta per l’indipendenza camer- unense. In uno splendido mattino, seduta sotto un porticato, la donna decide di raccontare al regista la storia della sua vita.

21.00
Cha Fang
di Zhu Rikun, Cina, 2013, 22’, v.o. sot.ita. e ing.
Un confronto serrato tra Potere – le forze di polizia – e Individuo – lo stesso regista. Un momento di cinema-verità calato nell’assurdo kafkiano.
L’Escale
di Kaveh Bakh- tiari, Francia/Svizzera, 2013, 100’, v.o. sot.ita e ing.
In un angusto appartamento di Atene, Amir e i suoi compagni attendono i documenti falsi che spalancheranno loro le porte dell’Europa. La Grecia, terra di confine e d’incertezza che dilata il senso di precarietà, non è in grado di arrestare i sogni e le aspettative di chi è costretto a farvi ‘scalo’.

Spazio Alfieri
15:00
Sisters
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia,1999, 12’, v.o. sott. it./eng. sub.
Due anziane sorelle unite da un legame forte e non corroso dalle difficoltà della vita. Oltre le parole si scorge una storia di dominio e di subordinazione. Una chiacchierata senza pretese diventa un’indagine sulla natura ambigua dei legami, della solitudine e del tempo
The way it is
di Pawel Łozin’ski, 
Polonia, 1999, 58’, v.o. sott. it./eng. sub.
Come in una piece beckettiana Wieso e Zdizslaw si aggrappano l’uno all’altro come ad una stampella a cui rimanere aggrappati per non cadere. Un film costruito sul rapporto di fiducia e d’intimità con i protagonisti senza alcun moralismo o volontà di giudizio, semplicemente: “The Way It Is”.
The Ukrainian Cleaning lady
di Pawel Łozin’ski (pp. 52-53) Polonia, 2002, 19’, v.o. sott. it./eng. sub.
Speranze e delusioni, lacrime e sorrisi, vecchie canzoni e storie difficili. Tutto ciò si mescola nel racconto di una donna ucraina arrivata in Polonia per cercare una vita migliore per se e sua figlia e finita a cucinare, stirare e pulire in casa del regista che decide di filmarla.
Inventory
di Pawel Łozin’ski, Polonia, 2010, 9’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il lavoro paziente di un gruppo di archeologi alle prese con alcune lapidi ed iscrizioni coperte dalla vegetazione e dalla polvere del tempo. Ieri ed oggi, qui e altrove, vicino e lontano, tragedia e vita quotidiana sono separati da un sottile confine che il cinema può illudersi di superare.
A seguire: Incontro con Pawel Łozin’ski Meeting with Pawel Łozin’ski

 

19:00
Elevage de poussière
di Sarah Vanagt, Belgio, 2013, 47’, v.o. sott. it./eng. sub.
Un capitolo importante della recente storia europea: il processo a Radovan Karadzic, incriminato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per la ex Yugo- slavia dell’Aja. La regista ricostruisce gli atti attraverso documenti sconcertanti (foto, video, testimonianze)

 

20:30
Being you, being me
di Alexandra Kaufmann, Italia, 2013, 42, v.o. sott. it./eng. sub.
Johannes è un giovane uomo che vi farà meravigliare: nel suo mondo si può par-lare con gli animali, si può dire ‘sì’ e ‘no’ allo stesso tempo e si può chiedere all’universo il vento, la pioggia, la neve”. Il film è un atto d’amore verso il fratello minore della regista, Johannes, che subì un grave danno cerebrale all’età di un anno in seguito a una caduta.

 

21:30
Elektro Moskva
di Dominik Spritzendorfer, Elena Tikhonova Austria, 2013, 89’, v.o. sott. it./eng. sub.
Il film racconta la genialità e lo spirito di scienziati e artisti russi che hanno creato strumenti pionieristici con elementi di scarto capaci di influenzare ancora oggi la musica elettronica

Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori

Istituto Francese
17:30
La Zone: au pays des chiffoniers
di Georges Lacombe Francia, 1928, 35’, s.d
Una giornata nella “zona”, bidonville situata tra Parigi e la sua banlieu, abitata per lo più da straccivendoli che, fin dalle prime ore dell’alba, cercano di sopravvivere rovistando tra i rifiuti delle pattumiere. Tra realismo e poesia, La Zone è uno dei primi sguardi sulla vita ai margini della società che apre un’amara finestra su una Parigi insolita e sconosciuta, lontana dalle promenade nei grands boulevards e dalla bourgeoisie della capitale.
Les Halles
di Boris Kaufman, André Galitzine Francia, 1928, 22’, s.d.
Les Halles, mercato centrale nel cuore di Parigi, assicuravano negli anni 20’ l’approvvigionamento alimentare della capitale. Girato di notte e ritrovato recentemente nella sua versione originale, questo documento offre delle preziose immagini della brulicante attività notturna di questo luogo popolato da uomini, animali e macchine da lavoro, tutti intenti alla preparazione di quello che era il più grande mercato di Parigi, oggi scomparso.

 

18:30
La Vie Réelle (Sans Défense)
di Arnaud Gerber Francia, 2013, 70’, v.o. sub. eng.
1934, la filosofa francese Simone Weil, spinta dall’urgenza di conoscere la “vita reale” della classe operaia, sperimentò la condizione dell’operaio in fabbrica, scoprendone la sofferenza, l’umiliazione e l’abbrutimento della dignità umana. La Vie réelle ripercorre l’esperienza raccolta negli appunti e nelle lettere della filosofa, evocando il dolore, l’oppressione e lo schiacciamento dell’individuo nella società odierna dominata dagli affari e dalla tecnologia, di cui un perfetto esempio é La Défense, essenza della modernità ed anima commerciale di Parigi.

Cinema Odeon
10.00
L’Escale
di Kaveh Bakh- tiari, Francia/Svizzera, 2013, 100’, v.o. sot.ita e ing.
In un angusto appartamento di Atene, Amir e i suoi compagni attendono i documenti falsi che spalancheranno loro le porte dell’Europa. La Grecia, terra di confine e d’incertezza che dilata il senso di precarietà, non è in grado di arrestare i sogni e le aspettative di chi è costretto a farvi ‘scalo’.

12:00
Night Labor
di David Redmon e Ashley Sabin, USA, 2013, 62’, v.o. sot.ita.
Sherman vive in un luogo apparentemente deserto: esegue con calma e precisione rituale gesti che sembrano essere la sua routine di eremita: di giorno la raccolta di molluschi, di notte il lavoro in una industria ittica dove si muove in assoluta solitudine.
Cha Fang
di Zhu Rikun, Cina, 2013, 22’, v.o. sot.ita. e ing.
Un confronto serrato tra Potere – le forze di polizia – e Individuo – lo stesso regista. Un momento di cinema-verità calato nell’assurdo kafkiano.

15.00
Une feuille dans le vent
di Jean-Marie Teno, Francia/ Camerun/Gabon, 2013, 55’, v.o. sot.ta. e ing.
Nel 2004 J-M. Teno conosce Ernestine, figlia di Ernest Ouandie, eroe della lotta per l’indipendenza camer- unense. In uno splendido mattino, seduta sotto un porticato, la donna decide di raccontare al regista la storia della sua vita.

16.00
Soran fait son cinéma
di Fulvia Alberti, Soran Qurbani, Francia, 2013, 66’, v.o. sot. ita. e ing.
Soran ha un sogno: fare cinema. Curdo iraniano rifugiato in Iraq, intraprende un lungo e pericoloso viaggio per raggiungere l’Inghilterra.

17.30
Father and Son
di Pawel Łozin’ski, Polonia, 2013, 54’, v.o. sot.ita. e ing.
Un camper, una destinazione, Parigi, e una serie di aspettative contrastanti. Più che una vacanza, la decisione di correre un rischio: partire affidandosi all’altro senza programma e senza reti di protezione.

21.00
Cerimonia di Premiazione dei film vincitori
A seguire: The Blues Accordin’ to Lightnin’ Hopkins
di Les Blank, USA, 1970, 30’, v.o. sot.ita.
Il film ritrae brillantemente e con toni profondamente commoventi il grande bluesman texano Lightnin’ Hopkins. Blank ci racconta dell’ispirazione di Lightnin, seguendo l’artista in esibizioni improvvisate Questo potente ritratto è considerato tra i capolavori di Les Blank.
This Ain’t No Mouse Music
di Chris Simon, Maureen Gosling, USA, 2013, 92’, v.o. sot.ita.
L’icona della musica etnica Chris Strachwitz (Arhoolie Records) ci coinvolge in un ballo sincopato che parte dal Texas per arrivare a New Orleans alla ricerca dell’anima musicale dell’America.

Spazio Alfieri
15.00
Kitty, Kitty
di Pawel Łozin’ski
Kitty, Kitty è un ritratto in quattro stagioni di quattro donne diverse accomunate da una passione comune. Giorno e notte, in pelliccia o con abiti lisi, queste signore non mancano di prendersi cura dei gatti randagi e di cercare così un’alternativa alla solitudine.
Chemo
di Pawel Łozin’ski
Sullo sfondo un reparto ospedaliero in cui si svolgono sedute di chemioterapia, in primo piano pazienti che si raccontano e che, intrattenendosi, rimangono ancorati alla loro vita.

 

17:00
One Cup of Turkish Coffee
di Nazli Eda Noyan, Dagˇ han Celayir
In questo documentario d’animazione, una anziana signora e sua nipote bevono una tazza di caffè turco sedute a un tavolo su cui sono sparse vecchie foto di famiglia. In un primo momento, l’anziana signora è reticente di fronte alle immagini del suo passato, ma infine non può resistere di fronte a ciò che evocano.
The Freak
di Erol Mintas, Taylas Mintas
Statue of Humanity è un’opera demolita dalle autorità turche prima che fosse terminata. Aveva la colpa di ritrarre due enormi figure in cemento armato in procinto di scambiarsi una stretta di mano nei pressi del confine tra Turchia e Armenia
ASÊ
di Ercan Orhan
a seguire: incontro con / meeting with documentarist-istanbul documentary days
Il dolore di una anziana donna curda costretta a vivere lontana dal suo villaggio dopo la morte del figlio e del marito. Un dolore che è racconto e memoria, lavoro nei campi e dialogo con la natura.

 

18:30
Master of the Universe
di Marc Bauder
Interviene Maurizio Ricci Giornalista de “La Repubblica”
Marc Bauder incontra Rainer Voss, fino a qualche anno fa uno dei “dominatori dell’universo”, broker al soldo di banche e società d’investimento che trattano e scambiano denaro per centinaia di milioni di euro al giorno: con diligenza e precisione, prova a descrivere quel che ha visto nei suoi anni passati a ingrassare quel mostro

 

21:30
Proiezione dei film premiati  
Auditorium S. Apollonia
Incontri aperti al pubblico (ingresso libero)
11:00
How I Did It
Incontro pubblico con gli autori